Parafrasando Giovanni, 1,1-18, "In principio era il Reverdini, e il Reverdini rompeva l'anima a tutti e tutti sfottevano il Reverdini." Perché in effetti il buon Paolo fu il primo a lanciare con estrema convinzione l'idea di dotarsi di biciclette a pedalata assistita - perché ammettiamolo, dire elettriche pare brutto. Questo malgrado proprio lui, con il suo fisico asciutto, i suoi completini della Castelli e le sue gite da 100 km sempre rigorosamente in sella a bici "muscolari" in coppia col Semenza (mai di giovedì, s'intende) pareva l'ultimo a necessitare di aiuti tecnologici.  Ma nemmeno lui, il Superman di Via Saffi, avrebbe potuto scalare uno dietro l'altro il Pordoi, il Sella, il Gardena e il Campolongo all'alba delle ottanta primavere, COSA CHE HA FATTO, senza l'ausilio della sua Focus elettrica con tanto di batteria di riserva. Sceso di sella dopo la titanica impresa, si è trasformato nell'Apostolo della Ricarica e ha immediatamente cercato proseliti all'interno del gruppo. Senza lasciarsi abbattere dall'iniziale ritrosia dei colleghi (che al massimo devono scalare la rampa del garage, altro che Campolongo) il nostro ha continuato imperterrito a tessere le lodi dei nuovi mezzi, ben sapendo che il tempo era destinato a lavorare per lui, visto che quasi l'80% dei Ciclisti del Giovedì è nato prima del 1940, proprio come lui, o negli immediati dintorni.      In realtà tra i primi a dargli retta è stato l'attuale Tour Leader, che pur essendo ancora (di poco) sotto la sessantina apprezzava molto l'idea di fare a meno del treno in alcuni ritorni dalle gite lunghe, tipo Adda o Sesto Calende, ma anche quella di poter affrontare qualche salita sui colli brianzoli che frequenta nei fine settimana. Sta di fatto che nel giro di un paio d'anni il vero dubbio non è stato più SE dotarsi di bici elettrica, ma di QUALE bici elettrica dotarsi. I più sportivi hanno scelto bici da strada con manubrio a corno (oltre a Paolo ovviamente Guido, poi Giuseppe, Pietro, Andrea, Tullio, Luca e Vittorio) altri hanno preferito la comodità di bici da città, in alcuni casi con tanto di telaio da donna per facilitare la salita in sella (Oderisio, Lodo, Renato, Tomaso, i due Carli, Renzo, Augusto, Leone, Giancarlo e Mario) mentre Giorgio ha optato per una mountain bike. Naturalmente qualche "irriducibile" è rimasto, chi per ragioni anagrafiche come Maurizio Di Giampaolo e Marco Seco, chi per motivi "religiosi" come Maurizio Monti, Giovanni, Raimondo e soprattutto Gigi, che secondo molti sarà l'ultimo a cedere. Si accettano scommesse...